Franca Maria Ferraris

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Anemos

   
     

 

Anemos

Editrice Nuova Fortezza, 1987, pagg. 33

 

Miriana Bogi nella prefazione ad “Anemos”, così scrive: “La nostra autrice sfugge ai rischi della retorica e affida alla delicatezza del linguaggio dei fiori, con misura gentile delle parole, l’espressività della propria esperienza”… “La terra, la Liguria, è il giardino della nostra autrice, dove gli anni sono trascorsi identificando in ogni petalo il colore e il sapore della vita. Si riscoprono così i suoni e i profumi che ciascuno di noi, in qualche parte di sé ha celato, ma non dimenticato…”. E ancora scrive la Bogi: “Dalla poesia “Myosotis” voglio citare: “Tutte le cose piccole e nascoste/ devono gridare la loro esistenza”.
Fulvio Castellani afferma nella sua monografia sull’autrice dal titolo “L’aerea energia della parola”: “Non c’è dubbio che in “Anemos” la Ferraris sia riuscita ad ampliare, perfezionandolo, il calco scritturale già messo in vetrina nella sua prima uscita letteraria. Anzi, il suo saper mixare i profumi dei fiori a note e pensieri altri, ha prodotto un lungo e splendido giuoco di colori e di luci: dell’anima, della memoria, del sogno… E tutto avviene: “in piena sintonia con un tracciato poetico di indubbia singolarità e modernità”.

 

 

 

 

 

Due poesie da “Anemos”

 

ANEMOS (O “IL LIBRO DEI FIORI”)

Perdonatemi iris,
se vi strappai un giorno all’antico giardino
di una villa assolata sulle rive del mare,
e il bulbo trapiantai rigonfio di speranza
nell’umida zolla che lasciai e amo.

Là vi attaccaste con la forza tenace
della vita che vuole seguitare.
Pochi al principio poi mille diventaste,
più pallido il colore rarefatto
da piogge e nebbie.

Ah! Non vi portai nel sole!
Non feci dono a voi di una terra
ricca di linfa e di calore.
Oltre il cancello, tra le lunghe foglie
innalzavate un piccolo cimiero di corolle
dal molle odore stanco.

Desideravo darvi un’altra vita,
una diversa gioia, una più dolce pace
e ancora non sapevo che la vita è radice,
e la radice è là dove si nasce.

 

MYOSOTIS

Conosco un fiore piccolo e azzurro
come gli occhi dell’innocenza,
è così giocondo
quando cresce tra gli altri fiori,
così cupo
quando cresce solo.

Leva tra l’erba la corolla breve,
come di piccoli zaffiri indifesi,
Vorrei così il colore degli occhi,  
di variegate pietre preziose.

“Non ti scordar di me”
è il suo messaggio.
Tutte le cose piccole e nascoste
devono gridare la loro esistenza.

 

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